Dovrei scriverti una lettera, Charlie.
La fine dell’anno è vicina
dovrei scrivere
ma quest’anno ha ucciso tutti i suoi ostaggi;
e gli elenchi delle cose da fare
le orme delle vie errate
il prezzario delle cose che contano
tutto è svanito,
come fosse stato scritto sulla sabbia.
Ma non siamo in Abissinia qui,
se scompari, il mistero svanisce con te.
La fine dell’anno è vicina
dovrei scrivere
ma quest’anno ha ucciso tutti i suoi ostaggi;
e gli elenchi delle cose da fare
le orme delle vie errate
il prezzario delle cose che contano
tutto è svanito,
come fosse stato scritto sulla sabbia.
Ma non siamo in Abissinia qui,
se scompari, il mistero svanisce con te.
Dovrei raccontarti, Charlie,
ma da queste parti Auld Lang Syne
non è un inno da ripetere nel giorno di festa
è solo una barriera che ostruisce
la gola dei nostalgici.
Il giorno di festa,
quello che conosci, che teneramente
per lunghe notti hai cercato
di far entrare a forza dentro a una cornice.
Vorrei fermarla, dicevi, questa gioia
che sei capace di provare solo tu
e i bambini di Dickens.
Vorrei chiuderla in una teca da custodire nei Musei
come i tesori delle piramidi.
ma da queste parti Auld Lang Syne
non è un inno da ripetere nel giorno di festa
è solo una barriera che ostruisce
la gola dei nostalgici.
Il giorno di festa,
quello che conosci, che teneramente
per lunghe notti hai cercato
di far entrare a forza dentro a una cornice.
Vorrei fermarla, dicevi, questa gioia
che sei capace di provare solo tu
e i bambini di Dickens.
Vorrei chiuderla in una teca da custodire nei Musei
come i tesori delle piramidi.
Quest’anno, vorrei scriverti,
ci siamo davvero trasformati in piramidi
ma già saccheggiate
e non c’è spazio in una piramide
per il dialogo sussurrato
le stramberie goffe
i dolciumi nascosti nelle tasche
la gioia dell’attesa.
Non si attende più niente qui.
Di certo si vive, si corre affannati
a volte ci si riposa, troppo
si aprono e si chiudono
finestre
messaggi virtuali
amicizie
ire.
Ma no, non si attende.
ci siamo davvero trasformati in piramidi
ma già saccheggiate
e non c’è spazio in una piramide
per il dialogo sussurrato
le stramberie goffe
i dolciumi nascosti nelle tasche
la gioia dell’attesa.
Non si attende più niente qui.
Di certo si vive, si corre affannati
a volte ci si riposa, troppo
si aprono e si chiudono
finestre
messaggi virtuali
amicizie
ire.
Ma no, non si attende.
Ti dovrei scrivere Charlie
che le insegne colorate
rimangono un'attrazione per i nottambuli alle finestre
che il gin è sempre una buona abitudine
e che la poesia,
quella alla fine trova sempre la strada del ritorno.
Ma questo credo tu lo sappia già
e dato che è l’unica cosa che conta
questa lettera è inutile scriverla.
che le insegne colorate
rimangono un'attrazione per i nottambuli alle finestre
che il gin è sempre una buona abitudine
e che la poesia,
quella alla fine trova sempre la strada del ritorno.
Ma questo credo tu lo sappia già
e dato che è l’unica cosa che conta
questa lettera è inutile scriverla.