Da poco tempo mi sono trasferita
Il trono della mia nuova prigione
è nuovo di zecca, ecopelle grigia
comodità tollerabile.
Dalla finestra consumo il privilegio
delle ore di libertà
osservando un grande giardino:
rami lunghi e secchi ed erba incolta.
Nel giardino vive un fagiano
emette strani suoni
- chi diavolo conosceva il verso del fagiano-
e pare sia anch’esso sovrano delle sue ore
ma dell’immensità del giardino
ho notato che esplora solo un angolo limitato,
e quando passo vicino al recinto
con indiscrezione tipicamente umana
mi ignora- il fagiano selvaggio del centro città!
La via che percorro mi è nota
ma inizia a mancare ogni giorno
un dettaglio che rinnovi lo stupore
Oggi ad esempio, c’era una lunga fila di giovani
davanti a un grande magazzino
attendevano di fare un provino
su come indossare i jeans
Pensai a quando noi da giovani
facevamo la fila all'apertura della biblioteca
per occupare il posto più silenzioso;
ma credo non sia proprio la stessa cosa.
Ora di silenzio ne abbiamo in abbondanza
solo che sembra abbia smesso di darci un’occasione
Se ne sta con aria di sfida
a pochi centimetri dalla punta delle dita
corrose dalla vocazione al passato.
corrose dalla vocazione al passato.
Il segreto, avresti detto
- con idioma certo più adeguato-
è ignorare l'immensità del giardino
è ignorare l'immensità del giardino
custodire, certo, oggetti o ricordi
ma in luoghi difficilmente accessibili,
ma in luoghi difficilmente accessibili,
come la cantina di un vicino di casa
o un baule di cui perdi di proposito la chiave
allora il silenzio ritornerà a svelare
come un fagiano
impertinente in centro città
il dettaglio quotidiano che nutre lo stupore.