mercoledì 5 giugno 2019

ODI E CANCRI



Il grande spirito pare abbia visto questo
cento volte e anche più,
uomini con lacrime e grazia
sul volto
nelle braccia
e poi anime asfissiate
da sentimenti poco lungimiranti.

Il grande spirito lo vedo,
sempre più lontano, contratto
con la fronte madida di sudore
come un giovane uomo
colto da incubi in una notte di luglio,
come un vecchio pieno di rimpianti
che non ha fretta
nelle cose che contano,
che sorride a tutti
tranne che davanti allo specchio
-non vuole mai conoscere i finali-
perché conosce IL finale.

Oh, quanto è vicina la morte!

Io tento di non scomparire
all'ombra della sua memoria
mentre tutto intorno a me
le coscienze asfissiate
bombardano i ponti
i fiori lungo i canali
le connessioni celebrali
la lentezza della bellezza
il giusto
l’infinito
l’anima
mostrando i denti alla foresta
più sciacalli degli sciacalli.

Oh, quanto è vicina la morte!

Io tento di non scomparire
all'ombra dell’eco dell’Universo
mentre tutto intorno viaggia,
pare, a velocità umana
quella che è il nulla assoluto
- ostaggio di odi e cancri.

Il grande spirito ha visto tutto questo
cento volte
e altre cento sa di vederlo
e se ne sta come un uomo
pieno di rimpianti
ostinato a mettere ordine attorno,
a gestire la gioia come un fardello,
come un vecchio bambino
indica il grande Vuoto
-privo di passato e futuro-
a delle bestie cieche,
soffre l’ostinazione,
canticchia tra i denti
e piange di nascosto.

Atterrisce dinanzi alla vana felicità
dell’uomo-come un eremita
in un raduno di hippy.
Vuole gridare che l’infelicità
non è sempre l’esito fallimentare
della vicenda,
ma le masse agiscono per semplificazioni
e nel cuore della notte,
quando mi assale al petto tale verità, tremo
come un giovane uomo colto da incubi
in una notte di luglio.

Oh, quanto è vicina la morte!

Solo così il grande spirito
mi si spalanca davanti
ed è chiara tutta la solitudine dell’uomo;
che ha collezionato guerre
senza mai vincerle,
che ha collezionato libri
senza mai conoscere,
che ha collezionato musiche
senza mai cantare al vento,
che ha collezionato braccia
senza mai stringerle,
che ha collezionato capricci
senza mai essere appagato,
che ha adorato Dei
senza mai trovare sollievo,
che si è ingannato
senza essersi mai perdonato.

Oh, vedo il grande spirito, ora,
un po’ meno arreso
come un giovane risvegliato da un incubo
in un’afosa notte di luglio.