Perché dovrei pensare a Anne Sexton,
a Van Gogh, alla Cvetaeva, a David Foster Wallace?
Perché dovrei preoccuparmene,
rivangare le pagine delle loro vite
come se ne andasse della mia salute mentale?
Voglio smetterla con i libri
quelli sono solo rogna e bile nera,
il sollievo spirituale
dura il tempo di un sospiro,
il tempo del calcio di un cavallo.
Voglio smetterla con le domande,
con la trasvalutazione dei valori
con gli eterni ritorni
di emicranie e solitudini,
voglio pensare al cavallo sotto forma di tartare
voglio credere che la matematica, beh,
che non serva a nulla
anzi voglio esserne certa,
pretendo di essere felice!
Non tollererò più Whitman e Rimbaud.
Voglio sbronzarmi di certezze.
A cosa diavolo serve l'anima
se milioni di esseri ne vivono senza
ci fanno i falò e ci danzano intorno?!
Voglio unirmi al fuoco sacro,
voglio erigere altari alle cose che non conosco
quotare in borsa la mia religione,
santificare partiti
diagnosticare prostatiti.
Liberatemi!
Voglio sapere di sapere di sapere di sapere
che quel Socrate la cicuta se l'è proprio meritata
e Gauss e tutti i cervelloni
arsi dal disagio
potevano dissetarsi a colpi di cola e ghiaccio-
"la formula della felicità"!
Non voglio capire perché Ginsberg scelse la pederastia alla guerra.
La guerra.
La guerra.
La voglio rivalutare la guerra
e la pubblicità
e la terra piatta
e le ciliege ai funerali
e la beata routine da scarabei stercorari
tecnologicamente equipaggiati
mangia-lavora-procrea-muori.