lunedì 19 settembre 2011

Cattive corrispondenze



                                                                                       a G.

Lui:
Non tacere,
non piangere
oh taci Annie
non soffrire!
Parla piano, parla bene
che vergogna Annie
non farti del male
non volerti bene!
Mi metti a disagio
Annie copriti le braccia
copriti le visioni
copriti il cuore
la Luna non mi fa dormire
copriti i pensieri Annie
la confusione non mi fa dormire
frena le allucinazioni
la strada mi mette a disagio
la luce mi fa corrucciare il viso,
non soffrire al buio
non è elegante Annie
non affacciarti dai miei sogni
non è sicuro.


Lei:
Conservare gli sguardi è come trattenere il rumore in una tasca.
Mi seguirai solo quando i fiori impareranno a parlare?
Insegnare la buona educazione all'istinto è come tentare di ammaestrare i silenzi.
Quante volte ti è capitato di voler parlare ad un barbone musicista?
Quante volte lo hai fatto?
Se la risposta è MAI dovresti iniziare a preoccuparti per la tua anima.
Oh già, le visioni ti turbano!
Ho sognato che me ne stavo a fischiettare, mani in tasca, in riva al Tennessee.
Mi stupisce la tua capacità di andartene, andartene senza essere mai arrivato- ed io arrivata da sempre, cerco d'ingannare l'immobilità girovagando per le strade di città che non ho desiderato conoscere.
Cosa hai pensato ogni volta che non mi hai seguita?
Dovevamo camminare insieme. Tu dovevi salvare il mio cappello dagli sconosciuti ed io avrei salvato i semafori dai tuoi sproloqui.
Il tuo silenzio questa mattina mi percuoteva come l'Ange Heurtebise faceva sanguinare l'ispirazione di Cocteau.
Quando cercavo di mostrarti come nascono le poesie, tu collezionavi epitaffi nella tua agenda.
Dire la verità non è urlare.
Queste idee sono le amanti cattive.
Contemplarti sapendo che non te ne saresti mai accorto è stato come tratteggiare il Vuoto, o riprodurre paesaggi di Hokusai.
Ho smesso, incapace di tale fardello.
Le mie preghiere non sono coralli di beatitudine,
le mie braccia non sono coralli di rami lunari*;
digerita quest'idea creveliana, attendo.
Tu non mi sfiori.
Ti sei mai arreso? Hai mai vinto?
Sì è una domanda trabocchetto.
Coprirmi con i tuoi vestiti non mi renderà invisibile.
Coprirmi con silenzi irati non mi renderà meno invasiva; come se leggendo Kaddish sottovoce, il pianto dei lunghi versi americani si accorciasse!
In fondo qui nessuno si è arreso. Nessuno di noi ha vinto.
Abbiamo litigato. No, nessun miracolo.
Abbiamo fatto l'amore. No.