lunedì 3 aprile 2017
AH, POTERLA CANTARE LA POESIA
Langue la poesia, non serve
nemmeno al poeta che prende in prestito
il linguaggio freddo delle bottiglie
per sopravvivere e attende i tramonti
sul terrazzo di una vecchia locanda
azzuffandosi con barboni e fantasmi
fradice le mani di sporco pianto.
Non serve al bambino dalla passione originale
che preferisce le cime degli alberi
agli equilibri abissali delle parole.
Non serve ad Agnese rimasta senza marito.
Non serve al curato che usa ricatti universali.
Non serve al cane che fissa la luna.
Non serve alla notte che sbircia degradi meno discreti.
Non serve all'innamorato, dannata poesia,
cosa ne capisce lei delle parole che non stanno mai in fila,
belle e pulite, sicure anche quando sbagliate,
innocenti anche quando crudeli, dannata poesia!
Non serve a Olenin*, il chierichetto muto
che accarezza i tasti dell'organo,
mentre Marjanka* gioca in giardino. Ah,
saperla cantare la poesia -pensa- ah,
poterla cantare!