domenica 23 gennaio 2011
Canzone sentimentale
Ammetto di averlo fatto
nelle notti d'inverno
spiegazzati ho nascosto i tuoi occhi
sotto il cuscino
dentro il portapenne
in una poesia
dentro la busta arancione
dei vecchi biglietti da viaggio
e mentre dormivi
tra una tazza di caffè
ed un verso russo
baciavo l'ombra delle tue braccia
-vibrazioni di vecchio sax-
Miller, Van Gogh, Platone,
Einstein
le nuvole
le Costituzioni
ed i Cioccolatini alla grappa
ascoltaci, gridavano!
Ma le mie libertà
trovavano il loro confine
naturale, nel tuo passo.
E poi c'era L. Cohen
l'ebreo senza barba
il cuoco buddista
lo ascoltavo a lungo
ogni volta che partivi
spinto alla coerenza universale
attratto dalla tragicità
come uno stupido fiore
dal Sole biblico-
quale angusta metafora
di solitudine e perfezione!
-la bellezza disarmonica di un piano funky-