mercoledì 1 giugno 2011

Io non so disegnare- quadri di parole (2)



Le ragazze regnano
dentro i loro vestiti
colorati a tinta unita
il diavolo sbava
trattati d'indipendenza

Pomeriggi di fine primavera
nelle mani del musicista
albeggiano perversioni orientali
nel posacenere s'ergono
mozziconi di sigarette
come foreste dorate.

I barboni al parco, bocca impastata
discutono sul festival di Cannes,
uno di loro una volta stava
quasi per parteciparvi, quasi,
poi non so come finì a mangiare
sottaceti in un garage.

L'ultima passeggeriera
si scorda sull'autobus
la lettera d'addio dell'innamorato
senza averla ancora letta;
mille ricevitori al secondo
dopo un pianto soffocato
sbattono-crampi allo stomaco
di un animale estinto.

La guida al museo soffre d'acidità
di stomaco mentre i bambini mostrano
le linguacce ai quadri
ed i santi ammiccano alle sigarette
il guardiano ascolta canzoni erotiche
con l'auricolare del servizio sicurezza.

Avevano tentato di coltivare
un loro giardino, ora le erbacce
facevano da scudo nella lotta dei silenzi
e solo un fiore orfano
piangeva vicino al recinto.

Vi prego, non scambiatevi sorrisi
come fossero frutta di stagione!

Quando incontrò Vittoria dopo quarant'anni
il loro amore
sembrava un taccuino mai utilizzato.

Ci accorgiamo di non avere nessuno che ci aspetta
quando iniziamo a non preoccuparci
di perdere l'ultimo treno.

Il vuoto che si crea intorno ad un clochard
che sale sull'autobus
non è questione di ritmi naturali.