mercoledì 24 gennaio 2018

RETROSPETTIVA

                                                                                             ( 2010 )

Custodiva le mie balbuzie 
alle radici di un albero di cristallo,
io ricamavo le sue sulle dita
alle tempie.

Poi arrivarono puntuali 
le notti degli umani
io imprigionavo i gesti 
in scatole uguali-uguali
lui esplodeva in muta rabbia epilettica;
quel modo, quasi sacro- d'amare
per cui il mondo ci additava- buffoni!
e spiava dietro tendine ricamate
le ferite che nessun mattino 
poteva illuminare.

Siamo caduti in frantumi.

Estirpata anche l'ultima parola
fioriscono ora lenti sulla fronte
prolissi segni di solitudine
e vuoto autocelebrativo.