Era il periodo più bello dell'anno, la musica mi riporta in mente addirittura il profumo. Le panchine bagnaticce del Parco Sempione e quelli fissati con l'attività fisica. Tornavamo lasciandoci alle spalle il tedioso periodo delle feste, gli sforzi non ricompensati delle ricerche di cartoline vintage per amici ingrati, la non-passione per il cibo, ritornavamo alla metropoli pieni di entusiasmo, al ritmo di qualche pezzo strumentale di qualche yankee che imitava lo spessore di qualche irlandese sentimentale del dopo guerra, e correvamo pazzi di vita, sempre alla ricerca, dentro la metropolitana, dentro gli occhi, dentro le pagine, sempre senza fiato. Ad ogni gennaio sempre la stessa storia, la sensazione che un mondo nuovo si sarebbe di lì a breve palesato.
giovedì 28 luglio 2016
martedì 19 luglio 2016
L'UNICA COSA NON TRASCURABILE
E' stato un anno buono,
balbuziente, un poco nevrotico,
ma buono
nel dilungarsi degli errori
nella masticazione prolungata delle certezze
nei lamenti soffocati
come fiori sbocciati già stanchi.
Non rimarrà quasi nulla
ma quel poco sarà, in fondo,
buono
come qualcosa che nulla aggiunge e nulla toglie
un nulla delicato
come un soffio
Rimarrà qualcosa di così delicato
da essere destinato a un pianto sommesso
in qualche futura primavera di ricordi
a qualche sorriso sbadato davanti ad una vetrina
Rimarrà, se non altro,
la certezza di essere sopravvissuti.
E' stato un anno buono
di quelli che si dimenticheranno in fretta
di quelli che nemmeno i "se"
e la rabbia fragorosa dei giorni vivaci
un anno buono; come altre, infinite cose
trascurabili.
L'unica cosa non trascurabile sarà
il tempo
perso a celare le altre prospettive.
balbuziente, un poco nevrotico,
ma buono
nel dilungarsi degli errori
nella masticazione prolungata delle certezze
nei lamenti soffocati
come fiori sbocciati già stanchi.
Non rimarrà quasi nulla
ma quel poco sarà, in fondo,
buono
come qualcosa che nulla aggiunge e nulla toglie
un nulla delicato
come un soffio
Rimarrà qualcosa di così delicato
da essere destinato a un pianto sommesso
in qualche futura primavera di ricordi
a qualche sorriso sbadato davanti ad una vetrina
Rimarrà, se non altro,
la certezza di essere sopravvissuti.
E' stato un anno buono
di quelli che si dimenticheranno in fretta
di quelli che nemmeno i "se"
e la rabbia fragorosa dei giorni vivaci
un anno buono; come altre, infinite cose
trascurabili.
L'unica cosa non trascurabile sarà
il tempo
perso a celare le altre prospettive.
venerdì 8 luglio 2016
LA ROUTINE
E' la routine, caro, è
la routine che mi logora:
la barista piccina biondina la mattina presto
mi tortura con la sua vocina dolce
e le domande sugli uomini e gli abbonamenti in palestra
non capisco cosa le faccia credere che capisco qualcosa dei primi
e dei secondi.
Al bar tabacchi i vecchietti pare complottino
contro i medici di famiglia,
non provo più entusiasmo per il genere umano
eppure la solitudine non so soffocarla altrimenti
se non vendendomi alle loro prolisse sciocchezze
e ci sono giorni in cui quelle sciocchezze
mi paiono addirittura profondamente ispiranti-
sono giorni cattivi-
Non faccio niente che mi piaccia da mesi
perché quando accade trovo messaggi di sconosciuti
che vogliono confrontarsi con me sul senso della vita
e le sensazioni su qualcosa di poetico
-la cosa mi irrita- non so se
per non deludere loro o me stessa
evito di rispondere.
Evito gli inizi perché non ho mai saputo recitare i finali
ecco perché questa poesia è andata per le lunghe,
adieu mio caro, adieu.
la barista piccina biondina la mattina presto
mi tortura con la sua vocina dolce
e le domande sugli uomini e gli abbonamenti in palestra
non capisco cosa le faccia credere che capisco qualcosa dei primi
e dei secondi.
Al bar tabacchi i vecchietti pare complottino
contro i medici di famiglia,
non provo più entusiasmo per il genere umano
eppure la solitudine non so soffocarla altrimenti
se non vendendomi alle loro prolisse sciocchezze
e ci sono giorni in cui quelle sciocchezze
mi paiono addirittura profondamente ispiranti-
sono giorni cattivi-
Non faccio niente che mi piaccia da mesi
perché quando accade trovo messaggi di sconosciuti
che vogliono confrontarsi con me sul senso della vita
e le sensazioni su qualcosa di poetico
-la cosa mi irrita- non so se
per non deludere loro o me stessa
evito di rispondere.
Evito gli inizi perché non ho mai saputo recitare i finali
ecco perché questa poesia è andata per le lunghe,
adieu mio caro, adieu.
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