sabato 28 marzo 2020
ORA CHE SULLA STRADA NON E' RIMASTO NULLA
Insegnami ad affacciarmi alla finestra
ora che sulla strada non è rimasto nulla,
a conquistare i tetti
a educare il silenzio
a non aspettarmi altro
come quando scrivo e scrivo per te.
Insegnami a ignorare la sconfitta
giunta come un passo sbagliato
durante la nostra danza sgraziata,
a ridere più del necessario
a bere più del dovuto
ad addomesticare l’impazienza e ritrovarmi.
Insegnami a frenare la disillusione
ora che l’amore ci ha abbandonati
in una stazione sconosciuta
ripartendo di fretta
alla ricerca di vittime più docili
di vincitori meno arrendevoli.
Insegnami ad amarti come quando scrivo
a non invidiare gli uccelli
a fare pace col mattino
dentro a questo labirinto pieno di finestre
-alle quali torneremo ad affacciarci-
ora che sulla strada non è rimasto nulla.
venerdì 27 marzo 2020
TELEGRAMMA
Mi è giunto il tuo telegramma.
Mi sono persa nella conta delle sillabe;
da ognuna diramavano mari
asfissie e sponde mai toccate.
Mi è giunto il tuo telegramma
mentre il pomeriggio
confondeva le ore dei giorni
senza prologhi, né finali,
né sogni
ma incubi dati per scontato
e colazioni meccaniche
d'amori coniugali scarni.
Mi è giunto il tuo telegramma
mentre il pavimento scricchiolava
sotto i passi di danza che ci siamo negati
e un tedio opaco
rosicchiava l'aria nelle stanze,
le pareti della cucina si stringevano
attorno a pasti collezionati
e sapori manchevoli.
Mi è giunto il tuo telegramma.
In nove lettere messe in fila
come geroglifici su piramidi mai scoperte
sotto la Luna di Ra
col cuore e la lingua del Cosmo
" ti ri ve drò ".
mercoledì 25 marzo 2020
CERCANDO SOLO DI RESPIRARE
Deve esistere un modo,
ci deve essere un modo per uscire
da questo fotogramma che perde consistenza,
baciare la fronte giusta e andare.
Ci deve essere un modo per uscirne
senza svanire,
impressi all'angolo dell'occhio
di uno spettatore eterno
prendere casa lì, in quel luccichio
e coltivarsi
come mai prima,
come mai, mai.
Ma ora come ora
cerco solo di respirare,
cerco solo di respirare,
respirare.
Quanto più abbonda
- nella tracotanza dell'immobilità-
di aria, tutto questo nulla
che stiamo scrivendoci
che stiamo cantandoci
io brindo a me, mentre tutto ciò
per cui sono, da sempre, in ritardo
vaga insieme ai relitti
in un deserto di nonsense
e si espande sul palcoscenico dei giorni
bruciando come la pellicola di un film muto
dai finali mancati.
Stiamo dicendo troppo per non dire nulla
mentre scorgo ovunque celebrarsi
funerali fantasma
del tempo che conta
degli occhi sbarrati sull'anima
dei dolori che nessuno ha ripagato
dei debiti ingiusti
delle bugie pure.
Per ora io brindo a me
e all'amore che ho svenduto,
alla poesia per cui nessuno ha pagato,
brindo a me
e al meglio che ho saputo fare
- per ora -
cercando solo di respirare
cercando solo di respirare
cercando di respirare.
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