domenica 13 marzo 2011

Pianto del drago

(11 marzo, tzunami Giappone)


Il ricordo è zazen mentale.
I nervi si piegano
tremano
e si tendono
-troppa fatica-
ma devo resistere.
Un pensiero che non ho pensato.

Ninna nanna di Edo
e la grande onda*
dall'angolo della scrivania
accarezza l'insonnia al buio,
sussurra, come voler chiedere scusa;
grande veggenza, arte terribile.
Zazen mentale
-resisto-
anche quando le membra
dolenti di compassione
mi pungono l'occhio.

Quando l'oceano
dalla lingua fredda
si estese sulla brina delle risaie,
lo so
solo il nulla dentro il nulla,
e questo non può soccombere,
ma riesco a sentire il drago celeste**
piangere
sul tetto del Padiglione d'Oro





*Quadro di Katsushika Hokusai
**Per gli adepti della setta buddistica contemplativa Chan (o Zen in Giappone), il drago rappresenta la visione fugace, istantanea, evanescente e illusoria della Verità, ed era quindi equiparato a una manifestazione cosmica. D'altra parte, per i taoisti il drago era il Tao stesso, incarnato, cioè la Via, la forza onnipresente che si rivela a noi in un baleno per svanire immediatamente.