mercoledì 20 aprile 2011
Fiammifero è morto
Singhiozzi confusi
tremano in gola alla sera;
brandelli di vissuti in fuga.
Ricordi quando Fiammifero
cominciò a vedere musica in ogni oggetto?
Decise che sarebbe stata la strada la sua sinfonia.
Quali requiem
quando la Luna non si mostrava!
Neve sul palco
cori tisici
e furiose station wagon spettatrici!
Autocombustione spirituale
Qui, nella mia mansarda muta
circo di versi con stracci a fiori,
certe notti riesco a sentirlo
l'ultimo movimento, ancora e ancora
finchè non mando giù bourbon e cinismo
sfogliando la rubrica telefonica-
e quando dopo ore trovo
qualcuno che vorrebbe sentirmi,
sono io ad aver smesso di volerlo
Una luce lampeggiante è più malvagia di uno stop
Mi arrendo
un interludio si fa spazio
dentro lo stomaco si alzano scale
-piedistalli di sconosciuti monumenti sacri;
il crepuscolo è un imbuto di rimembranza
ed io un parafulmine della nostalgia
sopra un grattacielo a forma di Buddha
quando la musica raggiunge gli occhi
egli mi lascia cadere.
Ah Fiammifero!
Il jazz dei cani da pioggia* è Eco in un Sogno
*da Rain Dogs, canzone di Tom Waits, espressione usata a volte in America per indicare i barboni