domenica 3 aprile 2011

Rimbaud in volgare

"Il poeta si fa veggente mediante un lungo, immenso e ragionato sregolamento di tutti i sensi"- Arthur Rimbaud



Io dico, l'unica condizione creativa è un disordine psico-fisico. Con disordine non intendo il martirio dei sensi , della sensibilità, dei muscoli, della memoria fisica e psichica -che a quanto pare è l'unica sostanza vivificante dei nostri stati d'animo!
Disordine è una mancanza tale da sfiorare il tuo corpo con una dolcezza terribile. Disordine è la molteplicità dei sogni, che più dell'oppio, caricano gli occhi di visioni che non possiamo liberare in gesti. Disordine è una sigaretta che ti fuma quando tu hai smesso da settimane. Disordine è la vita dei fanciulli che scrivono con gli occhi fissi su dimensioni sgozzate. Disordine è un dialogo dove tu ti senti la stupida musica di sottofondo. Disordine è la logica ferrea, così impazzita, così terribile, così malvagia da farti dimenticare, così innocente da farti sbucciare le ginocchia nelle corse per il nessun-sogno.
Io dico, l'unica condizione creativa è un disordine del ritmo universale, che va a sbattere contro i tuoi perfetti orari, contro il tuo quadro non sbavato, contro le tue lettere in ordine A ABB ABCDEFFF. Cosa leggi? Qual'è la parola? Qual'è la verità? L'universo si scompone senza che tu ne prenda parte. Mentre le stelle si feriscono i piedini calpestando una terra infeconda, tu te ne stai in pantofole sul tuo divano della tua educata solitudine ed i muri sono così regolari. Ecco la porta e la finestra. Il sugo nel tegamino, il caffè nella giusta tazza. Asciugarsi la faccia col giusto asciugamano senza aver pianto e buona notte nel lato giusto del letto- finchè non ci morirai nel lato giusto del letto senza aver respirato poesie scritte su vecchi volantini vicino ad una fontana, vicino ad una chiesa, in una metropoli qualunque.
Non ti metterai mai le scarpe per inseguire un fantasma! Le ombre regolari sui muri sempre puliti, pantofole per l'anima immobile, la giusta tazza per la lucidità, finchè non morirai con le scarpe della solitudine sul giusto divano.
Svegliandoti con l'orario dell'Ora, mettendoti le scarpe per uscire, quando uscirai veramente?
Io dico, l'unica condizione creativa è il disordine psico-fisico. Disordine è una pace che non hai mai colto nelle lunghe mattinate passate a letto. Pace. C A E P. Distruggi la parola e poi trovala senza cercarla. DISORDINE E' UNA PACE INTROVATA. Disordine è cogliere l'atmosfera di Natale al primo freddo improvviso di ottobre nella città desolata. Disordine è il silenzio quando tutti gridano. Disordine sono le corse di bici senza padroni. Disordine è l'abitudine che riesce a commuoverti. Disordine è una foglia tra i capelli rossi di una bambina. Disordine è un pianoforte che si ubriaca*. Disordine è una fedeltà libertina. Voci davanti allo specchio- grida- sono fedele all'ignoto!-sono fedele all'ignoto!- sono fedele all'ignoto!
Disordine è un'esigenza goffa, fissare gli occhi di un pazzo, laghi neri jazz, mentre lo preghi tra il pianto: "Dimmi qualcosa su Dio", e credere davvero che lui ti risponderà.