domenica 3 luglio 2011
Città a tua immagine ed assenza
Raccontami vecchie storie;
di quelle dove io riesco sempre
a trovare la strada di casa
e tu vuoi sempre baciare
il mio ubriaco piagnucolìo.
Di quelle vecchie storie in cui
quando il battito impazzisce
sotto l'occhiello ornato di fil di ferro,
tu ti svegli e mi prendi per mano.
Ho atteso, ho lasciato che altre mani
giocassero a dadi con i capricci
deformi dei miei destini,
e quando la città sbadigliava
con una discrezione quasi mistica,
mi sono lasciata inseguire dal fumo
di sigaro di un assessore alla cultura.
Guardarti era un timore catartico
allora correvo negli angoli dove
la memoria come un pulviscolo luminoso
stravolge curve pietre altezze cieli e colori;
così ricostruivo
città a tua immagine ed assenza.
Tu non t'accorgevi
come il cuore sudava preghiere
sotto la giacca sgualcita,
come una sposa indispettita
imprigionavi la mia tragica esitazione
in misteriosi scrigni
e facevi di me, lo specchio
di ermetiche effusioni.
Di notte costruivi altari
di bisbigli e labirinti corporali,
di giorno, allontanandoti,
disfacevi il mantello pelle mani oro
in cui mi rifugiavo quieta.
Mi canterai di vecchie storie,
di quelle storie dove
non servono ombrelli
per stare in due sotto la pioggia?
Oh, insegnami vecchie storie
che io possa fischiettarle di notte,
quando avrai cambiato specchio
ed io continuerò a ricostruire
città a tuo riflesso ed assenza.