lunedì 28 marzo 2011

R.I.N.A



"Io sono vasto, contengo moltitudini"
Walt Whitman

I.
Rodrigue passa uno stuzzicadente
nelle fessure di una finestra rotonda;
sulla nave dormono anche i gabbiani.

Igor ha sempre odiato le partenze
ed i litigi- vive solo
come l'aria pacifica del mattino.

Nancy sospira ed addenta
la mela di una natura morta
-rimpiange l'arte delle dita invecchiate-

ed io come Whitman sogno di cantare la natura
(ma non conosco i nomi delle piante)
-Attendo solo un pomeriggio sereno-




II.
Rodrigue passa nelle fessure d'una finestra rotonda
Igor odia l'aria pacifica del mattino
Nancy addenta l'arte delle dita invecchiate
ed io sognando il canto della natura-
Attendo



III.
Rodrigue
Igor
Nancy
Anch'io

- Attendiamo solo un pomeriggio sereno-

Silenzio street

(monologo dalla pièce teatrale "Vagiti moderni dal retrogusto waitsiano")



Dimmi, come può il silenzio ripagarti?
Ci casco anch'io sai,
e poi piango nei bagni dell'autogrill;
mai provato?
Preferiresti strapparti il cuore
e buttarlo nel bicchiere delle offerte libere
prima di uscire.
Parlando con il portiere al Virgin Radio,
a volte dico, ha ragione Frank!
Lui non mi guarda ma scuote la testa
se ne sta a fumare spalle all'edificio
e quando il vento soffia forte
gli schizzi della fontana
luccicano sui suoi baffi
- come un gioco bizzarro della luna -
io ne approffitto per una sigaretta
in cambio di qualche confessione
-vera-
perchè sai, quei tipi
ti ascoltano davvero;
d'altronde c'è poco da fare a Milano
alle sei del mattino.

Da quelle parti ritorno spesso
per qualche secondo
mi sembra di scorgere
frantumi di me
che sanno ancora ridere
e si trascinano senza rimpianti.
Spero anche di vederlo
mentre compra il giornale,
o perde l'autobus,
bofonchiando
capelli disordinati
dita da bambino
buttare la spazzatura
- brutte abitudini, certo
ma meglio delle lettere d'amore
soprattutto quelle recapitate in ritardo
ti scaricano addosso l'umidità
di mattini istericamente appiccicosi.
Ecco perché, dico, non potrei
vivere per sempre in Silenzio Street,
quartiere Perfetti Coniugi Annoiati
che consumano poesia
il sabato pomeriggio
davanti al barbecue
e nel più intimo incontro
si grattano a vicenda la schiena
con mani di legno
e nel più intimo scontro
si fanno dispetti con carte di credito.
Preferisco il canto dei binari
-cavi elettrici-
così esili i canti
nel mio cielo ideale.

Certe volte, nel bel mezzo della notte,
nel letto di un innamorato
mi sento una mosca-
decapitata dallo stupore
per la grassa luce dell'alba-
morta sopra una pila di piatti puliti
in un ristorante chiuso per ferie.
Ti capita mai di languire
inerme così in Silenzio Street?
Dimmi come si può
distendere le gambe,
sistemare il cuscino,
ripulire con un cotton fioc
gli infiniti rimasugli
dell'ispirato vociferare da caos-
accendere la volgare tv da camera
e respirare?
In momenti così io spero solo
di trovare senza fatica le scarpe
spero in un ingorgo in tangenziale
in una fiaba di sgargianti colori al mercato
nella session sonnacchiosa dei barboni
nelle confessioni di una guardia giurata
nei lamenti delle saracinesche,
è questo il mio silenzio ideale;
ma forse caro Frank,
è tutta questione di essere invasi
dalla febbre di una nostalgia primordiale.

domenica 13 marzo 2011

Pianto del drago

(11 marzo, tzunami Giappone)


Il ricordo è zazen mentale.
I nervi si piegano
tremano
e si tendono
-troppa fatica-
ma devo resistere.
Un pensiero che non ho pensato.

Ninna nanna di Edo
e la grande onda*
dall'angolo della scrivania
accarezza l'insonnia al buio,
sussurra, come voler chiedere scusa;
grande veggenza, arte terribile.
Zazen mentale
-resisto-
anche quando le membra
dolenti di compassione
mi pungono l'occhio.

Quando l'oceano
dalla lingua fredda
si estese sulla brina delle risaie,
lo so
solo il nulla dentro il nulla,
e questo non può soccombere,
ma riesco a sentire il drago celeste**
piangere
sul tetto del Padiglione d'Oro





*Quadro di Katsushika Hokusai
**Per gli adepti della setta buddistica contemplativa Chan (o Zen in Giappone), il drago rappresenta la visione fugace, istantanea, evanescente e illusoria della Verità, ed era quindi equiparato a una manifestazione cosmica. D'altra parte, per i taoisti il drago era il Tao stesso, incarnato, cioè la Via, la forza onnipresente che si rivela a noi in un baleno per svanire immediatamente.

giovedì 10 marzo 2011

Quando il sudore




Quando il sudore fu spazzato via
dai fazzoletti ricamati dei benpensanti,
quando si smise di agire in progressione
inversamente proporzionale ai colori,
quando una volta spenta la musica
la falsità
ritornò sui loro volti come pus
e lacrime dell'ultimo clown
accovacciato sul pavimento del bagno unisex,
quando gli amici paralizzati
all'idea di avventura
-macchina parcheggiata
meticolosamente
entro le strisce-
tornarono a letto
occhi sbarrati al buio
come riflessi di ragni obesi,
Lou attratta dal mistero
-anfetamina dell'avventuriero-
ritornò dallo sconosciuto
incontrato quella sera nella discorgia
degli strafatti di repressione
tra gli eroinomani dell'auto-inganno.


Con la bocca piena del passeggero di Iggy*
lo trovò fuori dal cancello,
vero
come chi non attende nessuno
e può essere ovunque.
Lei non volle sapere il suo nome,
lui chiese se era mai stata arrestata
per rapimento di innamorati,
lei guidando scorse un lampo obliquo
estendersi dall'orizzonte
fino al petto di lui-
come una sbavatura insensata
nella mente dell'artista.
Poi guidarono e guidarono
attratti dal nullaqui dell'insieme.


Sul ciglio della strada
promisero d'incontrarsi ancora
-così senza nomi-
I semafori lampeggianti
come iene metropolitane,
risero alla morte
dell'ennesimo giuramento.

martedì 8 marzo 2011

Racconto di una tentazione




Presentimenti corporali
come ombre di nuvole
basse
sull'asfalto senza fiori.


Tu chiedi
"quanto pesa, in termini di stupore netto
il mio occhio che segue fedele
il ritmo improvvisato del tuo passo"
Sembri l'ultimo degli spettatori sognanti
in un jazz bar poco illuminato di Belleville.
Dici
"ritornerà la primavera,
non è vero quello che canta Waits*,
puoi farla tornare la primavera!
Vuoi baciarmi ora?"


Ombre di nuvole basse, rotolanti
giù per la gola-
capelli da adolescenti.
"Ma baciami ora!"-
ed un esercito di fiocchi d'oro.
Come farò a non soccombere?
Da troppo tempo gli sguardi
parevano sottotitoli di un brutto film
ed ora il tuo...
Le foglie sembrano coriandoli
di un carnevale di vecchia data-
spettri della divinità Tentazione
"Bacialo ora!"
Guance rosse come morsi bambineschi al cuscino.


Potrei scostare le braccia della solitudine-
questa ragnatela d'una fedeltà fuori moda
ed appoggiare la bocca sulla tua
che scorgo solo ora
come una Luna di luglio
furiosa- in un cielo rassegnato
che se non agisco mi cadrà addosso
- uno scettico schiaccciato da un miracolo-
"Baciami ora, bambina mostruosa"
ed io con l'unghia sulla spalla dolente
"mordimi allora"- con la bocca
di rhum e saggezza- "mordimi,
le spalle, l'occhio, mordimi,
mangiami, mentimi, ma sii vera!
Fuori dal mondo sul quale dondoli
come su una giostra spenta
in un campo d'autunno..."

Ed io sulla tua bocca.









*You can never hold back spring- Tom Waits

martedì 1 marzo 2011

Sequenza




Anime incipriate-
nei pallidi mattini senza sonno
-nè suoni, nè mani-
vidi una luce non mia
e per la prima volta compresi
il tuo pianto antico

Occhi arrossati come Soli
impazziti all'ombra dei monti


***


Le loro mani al di là del vetro
-ardeva sferica leggerezza-
parabola per stelle.

Tutto l'universo sussultava allo spettacolo,
nel vento si spandevano bisbigli celesti

Tremolii del nervo d'amore



***



Jazz-improvvisazione di sassofono-

Pianto del pallido corpo, schiavo
della mia anima negra.
Oh, le partenze!